Il museo dell' Apoxyómenos

È giovane e bello, ha il corpo perfetto ed è nudo…così erano gli atleti della Grecia antica, la personificazione della bellezza ammirata da tutto il mondo classico.

Ritratto nell’intento di ripulirsi con un raschietto metallico (la striglia) da quel miscuglio di sudore, olio e polvere di cui si ricoprivano i corpi degli atleti durante gli esercizi, questo giovane atleta della metà del IV secolo a.C. è stato immortalato nella statua di bronzo scolpita dallo scalpello di un eccellente maestro di cui non si conosce l’identità. Questa statua era chiamata Apoxyómenos ed era così bella che in tanti volevano averla soltanto per sé. Nelle botteghe degli antichi maestri se ne fondevano sempre di nuove ma, poiché il bronzo è sempre stato un materiale fragile e caro, la gran parte di queste statue o è andata distrutta, o è stata fusa ed il bronzo usato per altri scopi. Soltanto due bronzi raffiguranti l’Apoxyómenos hanno resistito all’inclemente scorrere dei secoli: quello esposto presso il Kunsthistorisches Museum di Vienna e il “Bronzo di Lussino”, dal 2016 esposto nei locali del Museo dell’Apoxyómenos.

È lecito domandarsi quando e per quale motivo l’Apoxyómenos lussignano sia finito in fondo al mare di quest’arcipelago e chi ne fosse il destinatario. Come si è giunti alla sua scoperta, a 45 metri di profondità? Che cosa si è scoperto durante i sei anni di restauro? E perché la statua, ovunque sia stata esposta, abbia suscitato l’entusiasmo e l’ammirazione dei tantissimi visitatori? Per rispondere a queste domande occorre visitare lo straordinario Museo dell’Apoxyómenos, ubicato proprio sulla riva principale di Lussinpiccolo. Noi ci occuperemo dei biglietti e, se ne avrete bisogno, del transfer privato sino al museo; voi non dovrete fare altro che lasciarvi trasportare dall’incredibile storia del Bronzo di Lussino!

Attenzione: se, conquistati dalla sua bellezza, vi verrà l’irrefrenabile desiderio di gettarvi a braccia aperte sulla statua, meglio acquistarne una replica tutta per voi da portare a casa come souvenir. Sull’Apoxyómenos originale c’è il cartello: “Guardare ma non toccare!”

Il museo dell' Apoxyómenos